# Per qualche grado in più

Dopo aver esaminato gli studi condotti fino ad oggi, un gruppo di ricercatori Britannici ha concluso che la temperatura globale aumenterà di quattro gradi nell’arco temporale compreso fra oggi ed il 2070, o addirittura entro il 2060.

Secondo John Schellnhuber, uno dei più influenti climatologi mondiali, “la differenza tra due e quattro gradi sta nel livello di civilizzazione umana”. Nel frattempo, nulla ci garantisce che la temperatura non continuerà ad aumentare. In questa fase, i consistenti feedback positivi ed il raggiungimento di punti di non ritorno potrebbero portare ad un aumento di sei, se non addirittura otto, gradi. L’atteggiamento collettivo del non fare nulla o quasi, ci porta in una strada senza uscita, dove non avremo più controllo o scelte disponibili.
Sorry children | Collapse | Picture a few degrees higher

Molly Young Brown, ecopsicologa, ci ricorda il ruolo delle responsabilità individuali: “La più grande distruzione ai danni del nostro pianeta non viene inflitta da terroristi o da tiranni psicopatici. E’ piuttosto l’agire quotidiano della gente normale, per bene, tutta casa e chiesa, che si gode la Jeep, la crociera, l’hamburger senza la minima consapevolezza dell’origine e del reale costo di questi piaceri”.

Noi che siamo Homo Sapiens, non vogliamo sapere e preferiamo guardare dall’altra parte. Ma nonostante questo, abbiamo il sentore che il nostro attuale modello economico non possa più funzionare per come era stato pensato, perché si basa su una contraddizione: non può esserci crescita illimitata in un mondo dalle risorse limitate.

# Un crollo solo, e ne seguiranno altri

Lo studio di sistemi mostra che:

  • Sistemi (cellule, individui, ecosistemi) sottoposti a intereferenze perdono progressivamente la propria capacità di adattamento (resilienza), fino ad arrivare ad un punto di rottura e collassare improvvisamente.
  • L’effetto a cascata e i fenomeni di feedback accelerano le conseguenze del collasso
  • Essendo un Sistema, il nostro pianeta oggi si presenta come altamente interconnesso (a livello di scambi di informazioni, di energia, di commerci, di finanza, ecc.), complesso ed omogeneo, con importanti nodi di natura sociale e tecnica.

Nel 2014, il Forum Economico Mondiale a Davos ha pubblicato un grafico sull’interconnessione dei rischi.
Sorry children | Collapse | Davos risks inteconnection map

Il modello World3, delineato nel 1970 dal Club di Roma, presentò previsioni di trend per le risorse energetiche ed alimentari, caratteristiche demografiche, inquinamento, produzione industriale e servizi. I dati effettivi hanno complessivamente confermato queste previsioni. A partire dal 2020, le previsioni indicano un calo di tutte le risorse e di tutte le produzioni.
Sorry children | Collapse | Limits to growth world 3 model

Quali conclusioni possiamo trarre?

Possiamo tenere gli occhi chiusi e convincerci che tutto continuerà come è sempre stato.
Oppure…possiamo dire a noi stessi quello che Paul Valery disse circa un secolo fa, “L‘era della fine del mondo è iniziata”. E che “ci sarà spazio per qualcosa che non sia sfruttamento, coercizione e competizione”…” uno spazio per una maggiore cooperazione, condivisione e sostegno reciproco - a condizione di trasformare i modi di consumo, di azione ed il rapporto con gli esseri viventi, di cui facciamo parte.”
E’ imperativo accettare la realtà dei fatti in ecologia ed assumere la prospettiva di un mondo limitato nelle risorse, prima che esso diventi poco praticabile.